Tosca Rossi: l’amore per l’arte. Ma cosa significa oggi fare la guida turistica? E quali sono le peculiarità di un lavoro tanto complesso quanto affascinante? Ne abbiamo parlato proprio con lei, Tosca Rossi, Guida e Accompagnatrice turistica abilitata per Bergamo e Brescia, Provincia, Musei, Accademia Carrara, Storica dell’arte e Ricercatrice, Autrice di testi e libri dedicati alla storia della città.
Tosca, lei è da sempre inserita nel mondo artistico e ha come obiettivo professionale diffondere arte e cultura. Dal suo punto di vista da esperta, perché l’arte fa bene?
Io credo che l’arte faccia bene in generale, anche perché è una conseguenza di quello che c’è attorno a noi. Quando si parla di un qualsiasi sito bisogna sempre andare all’origine della sua ubicazione, della sua storia e poi degli uomini che l’hanno in qualche modo definito. Penso sempre che, in primis, sia fondamentale acquisire la geografia, e quindi il luogo. Poi, con la geografia si crea il sito, si creano le condizioni utili per potersi insediare, quindi da lì nasce la storia.
La storia è fatta di eventi, ma gli eventi sono fatti dalle persone. Le persone comunicano e la comunicazione è un codice, ma è anche qualcosa che si manifesta, che può essere verbale, può essere mimica facciale e posturale. Quindi l’arte è fondamentale da questo punto di vista anche se è una derivazione della geografia, della storia e poi della comunicazione. Fa bene ai grandi perché forse li aiuta a esprimersi, a far fuoriuscire quello che sentono e che spesso lasciano inespresso.
La bellezza, come diceva Dostoevskij, salverà il mondo. E di bellezza nell’arte ce n’è moltissima. Lei è d’accordo con questa affermazione?
Questa citazione, devo essere sincera, l’ho sentita un pochino inflazionata e snaturata al tempo del Covid. Siccome, ahimè, lego quella frase a quell’evenienza, a quel momento così tragico che ha colpito il mondo, non riesco a esserne pienamente d’accordo. Io credo che la bellezza sia qualcosa di relativo. Mi piacerebbe sostenere che saranno le persone che un giorno salveranno il mondo. Penso che la fede possa salvare il mondo, una fede in qualsiasi cosa, che sia religiosa, politica, che sia una vera convinzione. Credo che la trasparenza, la coscienza e i buoni propositi potranno salvare il mondo.
Fa la guida a Bergamo da molti anni e conosce ogni angolo della nostra città. Quali sono gli spazi che emozionano maggiormente i turisti?
Innanzitutto, quando i turisti giungono a Bergamo conoscono solo la distinzione tra “Berghem de sura e Berghem de sota”, quindi è importante far comprendere subito che la città è divisa in tre grandi porzioni che all’unisono la compongono: un solo cuore che batte e tre grandi porzioni che lo fanno palpitare. Fatta questa premessa e accompagnati in Bergamo alta, i turisti si suggestionano subito con la funicolare e col colpo d’occhio sulla piazza medievale appena escono.
Ma i siti che proprio li fanno emozionare sono Piazza Vecchia e Piazza Duomo (soprattutto per la condensazione di edifici disposti a raggiera e quasi incastonati in uno spazio che va ad equilibrare quegli anfratti che sono l’anima di Bergamo Alta). Poi, varcando la soglia di questi edifici, non si aspettano che siano anche così profondi e che possano così bene dialogare tra loro. Anche quando vengono accompagnati sulle mura veneziane si emozionano poggiando lo sguardo sul fronte meridionale, che spazia sulla pianura, sugli Appennini e sulle periferie occidentali, ma anche su quelle orientali, si comincia a far vedere l’autostrada, il Monte Orfano che divide Bergamo e Brescia, i grattacieli di Piazza Gae Aulenti di Milano, la Madonnina del suo Duomo che luccica e tanti altri edifici che per i bergamaschi sono noti, ma per i turisti no.
Ecco, anche questo emoziona e piace tantissimo. E poi arriva il Parco dei Colli. Nessuno si aspetta che Bergamo sia così green, che sia così protetta, che sia così racchiusa e soprattutto che non sia stata scalfita dall’urbanizzazione rispetto, ad esempio, a Brescia, città meravigliosa, che ha un comparto archeologico veramente incredibile e ben leggibile nell’impianto urbanistico romano, ma che ha subito un avanzamento edilizio consistente. Bergamo piace molto, suggestiona il fatto che la cinta delle mura abbia conservato e permesso di non snaturare il centro storico, preservandolo.